A causa del caro-energia per le nostre imprese “noi abbiamo stimato che ad aprile potremmo avere una riduzione dei servizi verso il sistema sanitario di circa il 50%. Il che significa un impatto devastante sul sistema sanitario: 110 mila posti letto in meno, che non possono essere utilizzati perchè non hanno la vestizione di cui si occupano le nostre aziende. Ci saranno 400mila operatori che non potranno eseguire il loro servizio con le dovute protezioni. Sarebbero privi sia dei camici normali sia di quelli identificati come dpi. Le nostre aziende inoltre forniscono tutte le telerie per le sale operatorie e quindi si rischiano due milioni di interventi in meno che non potranno essere eseguiti senza prodotti”. E’ l’allarme che lancia, intervistato da Adnkronos/Labitalia, Matteo Nevi, segretario generale di Assosistema Confindustria, l’organizzazione di categoria che rappresenta, tra le altre, le lavanderie industriali che operano in ambito sanitario e le imprese che producono e distribuiscono i dispositivi di protezione individuale usati dal personale sanitario. “Chiediamo al governo di intervenire, è il grande assente di questa partita insieme alle Regioni. E si rischia che le ripercussioni di questa situazione le subiscano proprio i cittadini che usufruiscono del sistema sanitario”, conclude Nevi.
“Oggi abbiamo avvertito, in una lettera, le prefetture locali della possibilità dal prossimo aprile della riduzione del 50% del servizio delle nostre aziende verso il sistema sanitario pubblico, perchè le nostre aziende non riescono più a fronteggiare il boom dei costi energetici. Successivamente interesseremo le centrali di committenza e le Regioni con richiesta di incontro urgente con le aziende che hanno vinto gli appalti e con l’associazione di categoria per iniziare a ragionare sulle strategie da mettere in campo per evitare la riduzione del servizio. Serve il coinvolgimento del governo che al momento attraverso prese di posizione drastiche ha detto un no abbastanza chiaro alla rinegoziazione dei contratti e servizi all’interno del sistema sanitario nazionale”.