Autonomia, unica via per i territori

fisco_tassedi ROBERTO PISANI – La natura centralista che nel corso nei secoli ha portato all’occupazione e alla colonizzazione di intere nazioni ha avuto il suo apice nel tentativo della Germania hitleriana di conquistare l’Europa intera. Dopo la sconfitta della seconda guerra mondiale e la conseguente caduta del nazismo sono emersi pian piano piccoli focolai indipendentisti che hanno portato alla disgregazione di potenze mondiali che sembravano intoccabili e l’indipendenza delle regioni di cui erano formate. Fra tutte si ricordi l’Unione Sovietica e la ex Jugoslavia.

L’Unione Europea si è trasformata poco a poco da quello che doveva essere il progetto iniziale, ossia una confederazione di stati all’insegna di un’Europa dei Popoli, in una federazione di nazioni che ha annientato di fatto l’autonomia di esse, emanando una serie di provvedimenti che non considerano in alcun modo le differenze sociali, storiche e culturali delle popolazioni che la compongono. L’Italia si è ben presto allineata ed è diventata sempre più centralista, togliendo man mano autonomia alle singole regioni, accentrando il potere politico ed economico, non considerando affatto, se non per bieco consenso elettorale, le differenze che caratterizzano i vari territori.
È innegabile che per lingua, cultura, tradizioni, economia, esistano due se non tre macroregioni, ognuna con le proprie caratteristiche che non devono essere annientate ma coltivate e fatte crescere, al fine di trarne il massimo giovamento.

Ma se parlare di indipendenza in questo momento storico è sempre più difficile, a causa anche dell’incertezza economica che grava su tutto il paese, l’unica soluzione possibile rimane una forte autonomia territoriale.Autonomia politica, economica, culturale, che permetta ai singoli territori di gestire le risorse che produce per poter sfruttare quelle caratteristiche che altri non hanno.
Per quanto possa essere vicina alle popolazioni una politica centralista non potrà mai accontentare le esigenze di territori così diversi fra di loro.

Certamente la dottrina federalista si avvicina molto a questo modo di amministrare, ma deve essere un federalismo forte, vero e non di facciata. L’autonomia è l’unica strada percorribile. Ce lo chiedono i territori e i loro abitanti che non vogliono veder morire la loro storia, la loro cultura, la loro identità.

Print Friendly, PDF & Email
Articolo precedente

A proposito dei liberi titoli di Libero che ammiccano al Nord...

Articolo successivo

ISLAM CONTRO OCCIDENTE. IL CONFLITTO TRA LA MEZZALUNA E LA CROCE