riceviamo e pubblichiamo
Diverse forze localiste e autonomiste hanno lanciato una richiesta pressante al parlamento e al governo: l’Italia denunci il #MES, chieda alla BCE liquidità per tutti, si apra all’emissione di monete fiscali locali.
Le forze firmatarie dell’appello fanno capo alla rete politica italiana Autonomie e Ambiente (AeA), presentata a Udine il 21 febbraio scorso. La rete AeA ha forti legami con storici movimenti localisti, autonomisti e indipendentisti in tutta Europa, attraverso l’Alleanza Libera Europea (che nel Parlamento europeo sta insieme ai Verdi).
Le richieste sono radicali e segnano una presa di distanza netta dalla pratica politica sin qui tenuta sia dalle sinistre, che dalle destre, che dai Cinque Stelle.
Non solo si rifiuta il secondo trattato MES (che è ormai su un binario morto), ma si chiede la denuncia del trattato MES attualmente in vigore, per il sopravvenuto e radicale cambiamento delle circostanze. Il MES viene definito una banca “opaca”, paragonata a un centro internazionale di strozzinaggio. Se ne chiede lo smantellamento, senza se e senza ma.
Il messaggio degli autonomisti italiani di AeA si spinge a chiedere l’emissione, da parte della BCE, in questa grande emergenza sanitaria ed economica globale, di una massiccia liquidità d’emergenza, che deve essere paragonabile, scrivono, ai “3.500 miliardi creati dal nulla per salvare le banche” negli ultimi anni, dopo la crisi finanziaria del 2008.
Infine gli autonomisti di AeA chiedono che la nostra Repubblica apra alla creazione e alla stampa di monete fiscali, meglio se locali.
Le monete fiscali sono state studiate e proposte da molti economisti di diverse aree, in particolare dal gruppo di Stefano Sylos Labini, ma anche dallo studioso toscano Michele Bazzani e dall’economista palermitano Massimo Costa. La moneta fiscale, meglio se a circolazione locale dicono gli autonomisti, sarebbe costituita da certificati di debito sostanzialmente infruttiferi, destinati a circolare solo tra cittadini e imprese locali, come strumento di pagamento per tenere vive le economie locali, i servizi pubblici, l’assistenza sociale. Questi certificati, se emessi in quantità massicce, porterebbero, tra l’altro, un drastico calo della spesa per interessi, perché sarebbe debito gestito internamente e localmente e non lasciato alla mercè dei mercati internazionali e dello spread
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www.autonomieeambiente.eu/news?
http://www.comitatolibertatoscana.eu/2020-aea-nomes-monete-fiscali/