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Aumentano i pedaggi. Ma solo al Nord. Viva la Lega italiana

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di CORRADO CALLEGARI – Cosa non poteva mancare dal 1° di gennaio? L’aumento dei pedaggi su 600 dei 6000 chilometri di autostrade italiane. Vediamo: TEM e Brebemi (+2,2%, col primato di essere le più esose del paese), Torino-Bardonecchia (+6,6%),  CAV (+2%), Torino-Savona (+2,2%), Aosta-Monte Bianco, già cara impestata (+6,3%, controllata da Aspi), Savona-Ventimiglia (+0,7%), AutoCisa (+1,8%), Autovia Padana (ex Centropadane, +0,1%). La Serravalle crescerà da febbraio del 2,62%. Come foglia di fico, arriva la Tangenziale di Napoli (+1,8%),

 

Certo, per un ministro che immagina il tunnel del Brennero già operativo, per un altro che macina consensi regalando redditi al Sud, e un altro che vede solo barconi, e non il Pil in picchiata, per un governo che non fa il decreto per rendere operativa quota 100, creando una piccola sacca di potenziali esodati gialloverdi, col diritto alla pensione ma di fatto senza possibilità di andarci, per tutto questo che si può dire? Che gli elettori aprano gli occhi. Imbambolati sui social, sulle promesse populiste, sulle tasse che crescono oltre il 42%, non meritano evidentemente di pagare di più le autostrade. Quelle sempre a posto, le più care d’Europa. E della cui manutenzione ci si può fare vanto ingegneristico nel mondo.

Coordinatore regionale Grande Nord Veneto

 

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