Rialzi in bollette mai visti prima, inflazione, listini rincarati per materie prime e trasporti, e da ultimo la guerra in corso in Ucraina. L’industria del vetro, come tutti i comparti energivori, si scopre a rischio e ritocca i listini per coprire i crescenti costi di produzione. “In un anno per noi il prezzo del gas e’ aumentato sei volte, passando da 20 euro a Megawatt a 120, mentre quello dell’energia e’ triplicato, salendo da 60 euro a 240” ha sottolineato Massimo Noviello, intervistato dall’ANSA, il presidente e Ad di O-I, una delle maggiori aziende italiane per la produzione di bottiglie e vetri per le confetture alimentari.
“Noi produttori di vetro, gia’ prima della guerra in corso in Ucraina, avevamo il gran timore – ha detto – di non farcela a mantenere le forniture per gli effetti del caro energia che si sono sviluppati a partire dall’ultimo trimestre 2021, insieme a inflazione, rincaro delle materie prime e dei trasporti. Un quadro difficile per noi vetrai ma anche per l’industria della carta, ceramiche, alluminio, le manifatture piu’ energivore. Una situazione – ha evidenziato – che rischia di veder fermare le nostre fabbriche, mentre all’estero, in Europa, qualcuno ha gia’ chiuso i forni. Per non parlare degli artigiani del vetro: a Burano la situazione e’ drammatica. Noi vogliamo garantire di poter continuare a produrre, cercando di avere un minimo di margini nonostante i fornitori alla porta che sollecitano pronti pagamenti. Con la corsa dei prezzi delle materie prime sono di fatto saltati – ha lamentato – i contratti di lungo termine e la filiera del vetro non ci sta dentro con i costi di produzione attuali. E’ la prima volta che ci troviamo davanti una tempesta di queste dimensioni e il punto di equilibrio non puo’ non passare sul cliente finale”.
“Nell’industria del vetro in Europa i costi – ha precisato il produttore alla guida di diversi stabilimenti, grandi Isole comprese – sono dati da un terzo per le bollette energetiche e un altro terzo dalle materie prime, mentro per un produttore di vino di fascia medio-alta il costo del contenitore e’ quasi irrilevante. Pesa di piu’ per il mass market e per chi deve anche affrontare le strozzature della grande distribuzione. Tuttavia – ha ammesso – il problema dei listini aumentati per le bottiglie e’ reale, anche se non mi riconosco nei numeri indicati nei giorni scorsi da Uiv, Unione italiana vini, e da alcuni produttori di Prosecco. La nostra preoccupazione e’ garantire ai produttori delle eccellenze agroalimentari italiani bottiglie e contenitori, ma la scarsita’ dell’offerta si registra in tutta Europa. La domanda e’ rimasta tonica anche durante la pandemia e il vetro in Italia ha difficolta’ a seguire il boom del vino e specialita’ alimentari made in Italia. Per questo chi non ha fatto scorte di contenitori puo’ avere temporanee difficolta’ nella linea di imbottigliamento, ma l’industria del vetro investira’ a breve nell’apertura di nuovi forni – ha annunciato Noviello – per accompagnare la crescita del wine&food italiani”. Tra gennaio e settembre 2021, secondo dati Assovetro, sono state prodotte 2,9 milioni di tonnellate di bottiglie in vetro, in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e in costante crescita dal 2016, ma su questo comparto le problematiche del caro energia hanno pesato a partire dall’ultimo trimestre del 2021.ltimo trimestre del 2021.