di STEFANIA PIAZZO – Torna Mani pulite, la chiamano in altri modi, ma la sostanza è questa. I magistrati accusano la politica di far affari, fare in cambio di… Collocare in cambio di…Un baratto incestuoso, perché il rapporto è quello tra padri e figli, tra chi ti delega una responsabilità, la paternità di fare e decidere e governare, e questo rapporto ad un certo punto, secondo chi ascolta intercettazioni e setaccia conti correnti, si guasta. Il rapporto diventa carnale, materiale, consuma un rapporto innaturale e immondo che delegittima la politica, dequalifica gli amministra, sporca e macchia indelebilmente la candida veste della fiducia, della trasparenza.
La giustizia ha i suoi tempi. Vai tu a capire cosa accadrà poi. Ma il dato di fatto è che, a diversi livelli, con diverse sfumature, da quelle più tenui a quelle più invadenti nel tono e nel modo, passa il messaggio che la politica è comunque puttana, che tutti ci marciano, fai per avere, sistemare, accomodare, restituire un favore, ripagare un piacere, con posti, gettoni di presenza, presidenze, consulenze… Un ginepraio spinoso, dove un voto vale un posto dove tu nomini tizio o caio.
Profilature che magari non rientrano nella corruzione, ma nel bilanciamento dei poteri tra clienti e politici. Sistemare e sistemarsi è la prima missione, e più ci si alza di livello più la posta in gioco sale. Non serve però essere al governo per sistemare e sistemarsi, puoi occupare anche gli spazi e gli angoli più piccoli e bui. Puoi partire dal livello base, dove non c’è molto da spartirsi, neanche un posto. Ma anche lì, ci puoi giurare, puoi sistemare e sistemarti con un ruolo, una carica interna, una consulenza, un contratto…. Non è illegale. E’ l’arte di ciulare il prossimo tuo, anche con pochi mezzi lessicali, non serve la cultura, partendo dal primo gradino. Non c’è ambito della società che non sia lambita da questo costume di vivere. Politica, prepolitica, società, aziende, sindacati, associazioni. E’ uno stile di vivere, e ce lo si porta appresso ovunque. Non sono i politici a sbagliare, dunque, è che si nasce così. Nati per fottere.