di ARNALDO FERRARI NASI – Fratelli d’Italia sarebbe stato “troppo a destra”, da non poter essere ammesso per irrobustire l’appena nato governo gialloverde. Non che non ve ne fosse stato bisogno, specialmente in Senato, dove l’alleanza M5s-Lega gode solo di sei seggi in più e dove i 18 eletti della Meloni, avrebbero potuto garantire una maggior forza all’esperimento. Invero è Di Maio che ha affermatoquanto sopra, perché Salvini, nei giorni scorsi, al tempo del primo tentativo, aveva lui stesso contattato la leader tricolore, proprio per gli stessi motivi di stabilità.
Ma quanto affermato da Di Maio pare non avere fondamenta. Anzitutto perché gli elettori della Lega, per quanto di poco, “si sentono” più a destra di quelli di Fratelli d’Italia, ovvero: 8,1 contro 8,0, su una scala tra 1 e 10. E poi occorre parlare della base grillina, in cui, come ribadito più volte, battono due cuori, uno a sinistra e uno a destra. Se vogliamo essere precisi, quello di destra rappresenta il 47% del partito, quasi la metà; dividendo questo 47% tra centrodestra e destra-destra, si ottiene 27% e 20%. Dati per nulla trascurabili, se si pensa che un quinto dei grillini, quel 20% di destra-destra, si pone all’8,7, un valore così estremo che nessun partito della Seconda Repubblica (AnalisiPolitica ha studiato i dati dell’autocollocazione politica dal 1994) ha mai raggiunto questi valor limite.