Altra stretta monetaria della Bce, tassi su di altro mezzo punto. Mentre l’inflazione si vede in crescita

La Banca centrale europea (Bce) ha deciso di alzare i tassi di interesse di 50 punti base, in linea con il suo precedentemente orientamento, malgrado le turbolenze sui mercati degli ultimi giorni. Il Consiglio direttivo dell’istituto ha portato, pertanto, il tasso sui depositi al 3 per cento, mentre quelli di rifinanziamento principale e marginale salgono rispettivamente al 3,5 e al 3,75 per cento. La scelta segnala che la Bce ha prediletto la prosecuzione della stretta di politica monetaria in chiave di lotta all’inflazione, nonostante le preoccupazioni per la stabilita’ dei mercati finanziari dopo il recente crollo di alcune banche statunitensi – in particolare Silicon Valley Bank – e la crisi di Credit Suisse. La Bce, si legge nel comunicato del Consiglio direttivo, e’ determinata a garantire “il tempestivo ritorno” dell’inflazione nell’Eurozona al suo obiettivo del 2 per cento nel medio periodo. “L’elevato livello di incertezza”, infatti, rafforza l’importanza di un approccio alle decisioni sui tassi “dipendente dai dati”. La Bce “monitora attentamente le attuali tensioni sui mercati” ed e’ “pronta a rispondere come necessario” per preservare la stabilita’ dei prezzi e quella finanziaria nell’Eurozona, ha comunque precisato l’istituto. Il settore bancario dell’area dell’euro e’ “resiliente, con forti posizioni di capitale e liquidita’”. Non solo, ma la “cassetta degli attrezzi” della Bce dispone di tutto cio’ che serve per fornire “supporto di liquidita’ al sistema finanziario dell’area dell’euro, se necessario, e per preservare la trasmissione ordinata della politica monetaria”.

Va sottolineato che nella conferenza a conclusione della riunione del Consiglio direttivo della Bce, la presidente, Christine Lagarde, ha mostrato cautela sulle prossime mosse dell’istituto. Sebbene strette monetarie fossero state comunicate al termine degli incontri di dicembre e febbraio, questa volta la Bce non ha, per ora, preannunciato ulteriori rialzi dei tassi. “L’elevato grado di incertezza sottolinea l’importanza di un approccio dipendente dai dati per le decisioni sui tassi” e “a questo punto non e’ ancora possibile affermare quale sara’ il percorso futuro”, ha avvertito Lagarde. La prossima riunione del Consiglio direttivo della Bce per la determinazione dei tassi di interesse si terra’ il 4 maggio. La stessa presidente ha esplicitato anche che “tre o quattro” membri del Consiglio si sono detti contrari al rialzo di 50 punti base.

Per quanto riguarda le previsioni di inflazione, sono state riviste al ribasso, principalmente sulla base della diminuzione dei prezzi dell’energia: l’indicatore e’ dato al 5,3 per cento nel 2023, al 2,9 per cento nel 2024 e al 2,1 per cento nel 2025. Allo stesso tempo, la pressione dei prezzi sottostante “rimane forte”, con l’inflazione al netto dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari che ha continuato ad aumentare a febbraio scorso e che dovrebbe raggiungere il 4,6 per cento nel 2023. Tale valore e’ “piu’ alto di quanto previsto a dicembre” dello scorso anno, seppur debba scendere al 2,5 per cento nel 2024 e al 2,2 per cento nel 2025. Per quanto concerne la crescita nel 2023, nell’Eurozona la Bce ha corretto in positivo le stime, che ora salgono all’1 per cento. Il miglioramento e’ dovuto al declino dei prezzi dell’energia e a “una piu’ grande resilienza dell’economia” di fronte a un contesto internazionale ricco di sfide. Nei prossimi due anni, la crescita dell’area dell’euro dovrebbe attestarsi all’1,6 per cento, sostenuta da un solido mercato del lavoro, dal miglioramento della fiducia e dalla ripresa dei redditi reali. Tuttavia, il risultato nel 2024 e nel 2026 e’ inferiore a quello previsto a dicembre a causa della stretta monetaria.

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