di Roberto Bernardelli – Torna il solito balletto sul ponte di Messina. E’ prioritario, ovviamente, per la Lega nazionale di Salvini. Discutono sulle pensioni e su quanto rimandare l’uscita dal lavoro perché “non ci sono soldi”. Anche se sappiamo che il bilancio contributivo del Nord tra entrate e uscite non è in affanno, anzi. Ora però la priorità dopo il reddito di cittadinanza rifinanziato e quasi mezzo Prnn per il Sud, è fare il ponte sullo Stretto. Ma prima serve un nuvo, ennesimo studio di fattibilità. Lo ha annunciato il ministro Giovannini.
I pendolari del Nord ringraziano. Chi paga i pedaggi più cari d’Italia e d’Europa ringrazia.
Ma non siamo soli nel guardare con sospetto il progetto che darà lavoro….. “Prendiamo atto del cambio di posizione del Ministro Giovannini che, da presidente dell’Asvis, era nettamente contrario al Ponte sullo Stretto. Si continua a mantenere in vita l’idea di realizzare un’opera che ha consentito a tanti studi di progettazione di arricchirsi con i soldi degli italiani: a oggi, infatti, è stato speso quasi un miliardo di euro tra consulenze e progettazioni da quando si parla del Ponte sullo Stretto”. Lo affermano Angelo Bonelli ed Eleonora Evi, co-portavoce nazionali di Europa Verde, che aggiungono: “Il Sud di cui parla Giovannini è un Sud che ancora va con le littorine, che impiegano sette ore per condurre i passeggeri a Taranto o a Reggio Calabria, riempiendo i vagoni del fumo derivante dalla combustione del gasolio. È il segnale di un ritardo infrastrutturale dovuto alla miopia di chi non riesce a dare priorità negli investimenti infrastrutturali del trasporto, privilegiando opere faraoniche che presentano gravi problematiche strutturali derivate dall’elevato rischio sismico dell’area dello Stretto di Messina”. “Il ministro Giovannini ha la grande responsabilità di non essere riuscito, nel PNRR, a trasformare questo piano in un grande investimento sull’infrastruttura del trasporto pubblico locale e regionale. Il PNRR, infatti, – proseguono – prevede la sostituzione di un misero 11% dei treni regionali, ossia poco più di 50 treni, su un totale di 456, di cui la metà ancora alimentata a diesel”. “Ma il grande tema, oggi, è che il Ministro Giovannini non affronta e, anzi, intende proseguire questo sperpero di denaro pubblico per rifinanziare studi di fattibilità, – concludono Bonelli ed Evi, – mentre la depurazione del centro-sud è carente, come certificato dalla condanna della Corte di Giustizia Europea; mentre l’acqua potabile si disperde per oltre il 50% e, in alcune zone, ancora non arriva”.
Hanno detto tutto loro. Bravi.
Onorevole Roberto Bernardelli, presidente Grande Nord