Al Nord che versa di più non potete dare di meno. La vera riforma fiscale parte dal residuo fiscale

Quando Conte era al governo aveva detto  che “questa crisi deve essere un’occasione per superare i problemi strutturali e ridisegnare il Paese”.
Un’idea dei problemi strutturali noi ce l’abbiamo. Avete presente un nord e un sud diversi, appena appena un pochino? Con esigenze diverse, due economie lontane anni luce, sbocchi diversi di mercato, due diverse manifatture (quelle sopravvissute…).

Conte diceva, appoggiato dalla Lega:  “Dobbiamo fare i conti con l’emergenza economica e sociale. Ci rendiamo conto dei ritardi, ci rendiamo conto che ci stiamo confrontando con una legislazione che non era affatto pronta a erogazioni così generalizzate. Di questi ritardi ho chiesto già scusa e stiamo intervenendo per pagare più velocemente bonus e ammortizzatori sociali”.

Al posto di Conte possiamo mettere anche un altro nome, la somma dei fattori non cambia il risultato.

E’ lo Stato,  troppo lento e troppo burocratico, che è il vero motore del disastro. E finché resterà tale e quale non cambierà nulla. O c’è la volontà politica di cambiarlo altrimenti non serve dire che la situazione era eccezionale. Lo sarà sempre, nei ritardi e nell’incompetenza di burocrati nati per esercitare potere, non un servizio.

Altro passaggio, in piena crisi pandemica: “Occorre una seria riforma fiscale. Il nostro fisco è iniquo e inefficiente e su questo stiamo lavorando. L’ultima riforma fiscale è di cinquanta anni fa: serve una reale progressività coniugando lotta al sommerso per restituire risorse a tutti i contribuenti. Sicuramente ci metteremo nella condizione di fare pagare tutti e tutti meno”.

Anche qui: possiamo cambiare il nome del premier e le parole possono andare bene per tutte le stagioni

Noi un’ idea di progressività ce l’abbiamo.  Chi paga di più non può ricevere di meno. Ecco, la prima progressione si chiama residuo fiscale. Noi qui in questa terra versiamo tantissimo e riceviamo meno di quello che lo Stato incassa.

Partiamo da qui? Ma purtroppo anche se parlamentari del Nord a Roma non ne mancano,  la loro priorità non è rappresentare il territorio ma chi il territorio non lo rappresenta più. E così nche questa volta andrà buca. I conti li faremo più avanti.

Print Friendly, PDF & Email
Articolo precedente

Ampliamento tangenziale Nord Rho-Monza. Futuro o barzelletta? Era attesa dall'Expo 2015...

Articolo successivo

Superbonus. Il caos sui crediti apre la strada all'usura