di ROBERTO BERNARDELLI – Loro non si toccano. Gli statali conservano le tutele e i privilegi dell’articolo 18. La sostanza è che sono intoccabili, illicenziabili. I furbetti del cartellino, della legge 104, i burocrati lenti come plantigradi nell’evadere le nostre pratiche, nel cementare le procedure borboniche, sono i padroni dello Stato. Entrano e non li schiodi più dalla poltrona. Il posto sicuro nello Stato, a prescindere dai risultati e dalla meritocrazia, è servito! E’ la vera riforma della pubblica amministrazione: i partiti regalano il posto a chi è al loro servizio.
Nel decreto sul pubblico impiego dovrebbe infatti essere inserita una clausola ad hoc, che espliciti l’esclusione per gli statali delle modifiche introdotte all’articolo 18 con la legge Fornero e con il Jobs act. Da fonti ministeriali si apprende che l’eccezione dovrebbe essere chiarita, nero su bianco nel Testo Unico, per cui è ormai partito il countdown.
Si sta studiando quindi una formula in grado di specificare una volta per tutte che i dipendenti pubblici sono al riparo dagli interventi, cuciti addosso al lavoratore privato. Tutti i lavoratori sono uguali, in teoria. In pratica, l’apparato più improduttivo difende e tutela se stesso. Nessun sindacato si lamenta?