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Adesso i referendum per l’autonomia di Veneto e Lombardia! Le discussioni su chi comanda a Roma non interessano alla gente

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di ROBERTO BERNARDELLI – I partiti, del NO Lega in testa, ora invocano elezioni. Maroni sulle primarie del centrodestra candida Salvini. Il Pd ribelle chiede a Renzi di lasciare il partito. I media guardano le Borse e le decisioni del Colle. Io, per buone ragioni, penso più che a Roma, al voto per riconquistare la libertà di Lombardia e Veneto. Ci sono due referendum consultivi, raggiunti con le unghie e i denti, per ridiscutere con lo Stato centrale le competenze e l’autodeterminazione di due regioni che decidono le sorti del Paese. Abbiamo sentito invocarli a chiare lettere il Vicepresidente del Consiglio regionale Fabrizio Cecchetti: Stiamo vivendo momenti storici. La gente con la valanga di no, anche in Lombardia, con i quali ha sommerso Renzi e i poteri forti che lo sostengono urla la voglia di democrazia e la ferma volontà di bocciare il disegno neocentralista. E’ allora arrivato il momento che la Lombardia si svegli e il Presidente Maroni abbandoni tutti gli indugi e convochi immediatamente il referendum sull’autonomia votato dal parlamento lombardo”.

Cecchetti correttamente ci ricorda che “La Lombardia sta pagando il suo pesante tributo ed è arrivato il momento di dire basta e iniziare la battaglia per portare sul nostro territorio una parte di quei 54 miliardi che la nostra regione paga in tasse e che Roma si trattiene come il peggiore degli strozzini. Alla nostra gente dobbiamo dare risposte e le risorse vanno trovate li”.

Luca Zaia, prima ancora,  e più di tutti, pianta la solida bandiera di questa battaglia: “L’impressionante affluenza alle urne in Veneto, è prova del fatto che i veneti sono “gente seria” e domenica”hanno dato prova di civiltà e senso civico”. Infatti “la prima vittoria di  non è del no, ma del senso civico”. Il governatore del Veneto intervistato dal giornalista Simone Spetia, ai microfoni di “Effetto giorno”, su Radio 24, ha anche ricordato che quella del 4 dicembre  è stata la “prova generale del referendum per l’autonomia che volevamo fare insieme al referendum costituzionale e che ora invece ci costerà 14 milioni”, continua ZAIA, attaccando il Governo per non aver concesso l’election day chiesto dalla Regione. La consultazione sull’autonomia del Veneto “si farà in primavera”, annuncia ZAIA, sottolineando che c’è una sentenza della Corte costituzionale a favore del referendum e che il Veneto è “la prima Regione a potersi esprimere sull’autonomia dal 1866”.

Ma i veneti sono davvero determinati ad andare sino in fondo, ahimé, più dei lombardi. Ecco infatti come sostiene il progetto del governatore anche Roberto Ciambetti. I dati del Veneto, dove si è registrata l’affluenza alle urne più alta d’Italia (76,66%) e dove il no alla riforma costituzionale ha ottenuto una vittoria schiacciante con il 61,94% dei voti, sono “il segnale della volontà popolare che ci spinge a conquistare la nostra autonomia da Roma”. Il presidente del Consiglio regionale veneto rilancia così il tema dell’autonomia del Veneto”.

Parla anche Paolo Grimoldi, segretario della Lega Lombarda:  ”In tutte le province della Lombardia ha vinto il No dei cittadini ad una pessima riforma costituzionale che ci avrebbe tolto libertà e democrazia. La Lombardia ha scelto di rottamare Renzi, ma adesso come Lega vogliamo che i cittadini lombardi si possano esprimere in primavera, come già stabilito dal consiglio regionale lombardo, con un altro referendum, quello sull’autonomia della Lombardia: insieme al nostro governatore Roberto Maroni chiederemo di far decidere ai cittadini se una parte delle nostre risorse, delle nostre tasse, possano restare sul nostro territorio, per poter dare maggiori risposte ai bisogni dei nostri cittadini e delle nostre imprese”. ”Adesso Roma sottolinea- ascolti la voce del popolo lombardo e ci  consenta di poter votare in primavera per chiedere maggiore autonomia per la nostra Regione”.

E Maroni? Afferma con estrema sintesi: “Bene la vittoria del No, questa riforma avrebbe ridotto di molto i poteri delle Regioni, soprattutto di quelle virtuose come la Lombardia. Noi in primavera rilanceremo il vero referendum, quello sull’autonomia della Lombardia e del Veneto. Lo faremo anche se non ci saranno elezioni politiche, per la Lombardia autonoma, a Statuto speciale. Promuovere questo referendum e’ il prossimo passo da fare, perché la Lombardia è speciale”. Se ci fossero elezioni anticipate in primavera, Maroni chiederebbe l’abbinamento col referendum per l’autonomia della Lombardia. Ed ha aggiunto: “Bene abbiamo fatto a firmare prima il ‘Patto per la Lombardia’, già ‘certificato’ anche dal Cipe e che quindi si può attuare: è stata una decisione saggia e opportuna, perché qualsiasi cosa accada a Roma il ‘Patto’ è firmato e c’è”. “.

Da sincero indipendentista, spero di sentir parlare molto di più autonomia, di meno tasse sui cittadini del Nord, sulle imprese, e di sentire meno discutere di legge elettorale e di poltrone a Roma, di corsa alle primarie o altro. La gente per questo ha già mandato a casa Renzi, sbagliare sarebbe fatale per il Nord!

Presidente Indipendenza Lombarda

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