Accordo Patt e Grande Nord: pionieri dell’autonomia integrale

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di Benedetta Baiocchi – “Questo è un accordo per fare rete con i movimenti sinceramente autonomisti, federalisti, che pongono al centro dell’agire gli interessi dei territori, contro il centralismo e l’eccessiva presenza dello stato nazionale. Quello di oggi è un passo in più nella costruzione di questa rete, grazie a con Grande Nord, forza politica che si sta strutturando al Nord. Se si vuole avere futuro occorre ripartire in modo diverso rispetto al centralismo e al sovranismo messo in campo da altre forze distanti anni luce da noi”. Simone Marchori, segretario politico del Partito autonomista trentino tirolese  nel presentare a Trento alla stampa la nuova alleanza, non si ferma qui. E apre il dibattito sul clima illiberale che ostacola le aree autonome del Paese.

“Non c’è comprensione di cosa sia l’autogoverno, ci sono attacchi ripetuti all’autonomia speciale. Dobbiamo invece tutelare gli esempi, far tesoro  della responsabilizzazione delle regioni dove c’è autogoverno. Dobbiamo dare un futuro a queste terre, avere l’ambizione di conquistare livelli sempre più grandi di autonomia, essere pionieri, non politici che si accontentano”.

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Poi, una stoccata al clima elettorale. “Non vogliamo fare promesse che non si mantengono né denigrare gli avversari.  Non facciamo politica a colpi di twitt o di dirette fb, non sputtaniamo l’antagonista politico. Lavoriamo per la comunità, da 71 anni! Decidere da sè, autonomia integrale! Non è una interpretazione estrema ma è andare al concreto delle questioni. Il territorio deve decidere sulla vita del territorio. E’ un principio semplice!”.

Così semplice che scavalca il centralismo in un solo colpo. Ambizione troppo grande? No, secondo l’on. Roberto Bernardelli, presidente di Grande Nord.

“La nostra storia – spiega – parte da un sogno, le macroregioni confederate in una Europa dei popoli. Grande Nord vuole stare vicino alla gente, che vuol dire avere cura dell’ambiente, del territorio, significa aiuto alle pmi, aiuto ai pensionati. Giusto per non dimenticare, oggi i pensionati dopo aver lavorato vengono tassati anche sulla pensione. Siamo l’unico paese in Europa che tassa le pensioni. E l’Inps restituisce un terzo di quanto versato.

Se vogliamo dei governi efficienti – prosegue il leader del movimento -, questi devono essere quelli più vicini ai territori, in una rete di amministrazioni locali che sta all’interno della Ue ma che non può essere demolita in nome di una ritrovata sovranità delle nazioni”.

“Le nazioni – ha proseguito il segretario del Patt – sono antistoriche, dobbiamo metterci in rete e andare oltre. In Trentino ci saranno elezioni comunali, territori che sceglieranno amministratori con una visione futura. Stringere un patto con  Grande Nord è dare una risposta alle esigenze dei cittadini. Dobbiamo rafforzare un’area autonomista in Trentino nel miglior modo possibile, essere il miglior punto di riferimento per i cittadini”.

“Infatti – ha continuato Bernardelli – non ci sono solo gli schieramenti classici, destra e sinistra, ora serve un progetto serio, coerente, che entusiasmi i cittadini. Iniziamo a ricordare che l’Inps del Nord è in attivo. Che Nord vuol dire infrastrutture, l’identità, la cultura, le tradizioni. La gente chiede questo. Usciamo dalla logica destra e sinistra, noi siamo sopra questa logica. Abbiamo una tassazione con un cuneo su imprese e lavoratori unico in Europa. Roma è per le tasse. Noi siamo per le comunità. Questa è la nostra battaglia. Stiamo in Europa, come la Scozia di Nicola Sturgeon vuole restare in Europa. Le aziende lombarde, lavorano esportando al Nord, con la Germania, lavorano in quella direzione. Non vogliamo essere una provincia del Mediterraneo, non siamo affini a quel mondo. Io come voi sono un cittadino del Nord. La nostra politica non può essere di odio e paura, noi vogliamo seminare una consapevolezza diversa nella gente. Stiamo riaprendo le sezioni. Vogliamo guardare negli occhi la gente, non fermarci ai social e ai loro messaggi brevi che semplificano e che non approfondiscono nulla. Ci impressiona che vi siano oggi 120mila minori sotto cure psichiatriche perché dipendenti dei social. Io non ci sto a questo futuro. Oggi abbiamo più gente che se ne va, giovani, aziende che delocalizzano. Per fermare questa deriva e la desertificazione sociale e politica, noi di Grande Nord come il Patt e ora con il Patt vogliamo l’autogoverno delle nostre regioni, vogliamo che le tasse versate qui restino qui, al Nord”.

Poi, l’affondo sul governo. “Questo è  il paese degli incompetenti in politica, dove i ministri si inventano che esiste già un tunnel del Brennero usato dagli imprenditori. Occorre istituire un esame per chi fa politica… Un tempo c’erano le scuole di partito… Si partiva dalla base. Oggi abbiamo deputati che con 25 preferenze su una piattaforma online diventano parlamentari. Questo è un paese da abbandonare!”.

Per Bernardelli la via è chiara. “Catalani, scozzesi, baschi si stanno muovendo e noi seguiamo questa stessa strada. Noi facciamo politica perché abbiamo un sogno. Abbiamo un vantaggio sugli avversari incredibile, non è il sogno della poltrona, è una spinta ideale che non ha prezzo. Non cerchiamo posti nelle partecipate, nella Rai, con 1600 giornalisti, 13mila dipendenti. A proposito, non dovevamo abolire il canone Rai? Vedere, non mantengono niente di quanto promettono. Come è possibile tacere? In Francia per pochi centesimi di aumento della benzina hanno messo in croce Macron. Hanno messo in forse le pensioni, e hanno riempito ancora le piazze. Da noi? Si borbotta e basta. Oppure si cerca di fottere questi nuovi meccanismi. Si cerca una via d’uscita per fottere il prossimo. Abbiamo presentato il maggior numero di progetti per i fondi europei ma l’85% di progetti da Roma in giù si sono rivelati delle truffe. Possiamo dirci simili a questa gente? Per nulla.  Io mi sento del Nord, sono legato a questo progetto, che trova ogni giorno nuove adesioni”.

Nel prendere la parola, il segretario di Grande Nord Trentino, Pier Candido Rio, ha ricordato lo stile di Grande Nord: “Amore per il territorio, coerenza politica. Poche parole e risultati, questo è il percorso fino ad oggi. L’accordo con il Patt è un passo storico, nessuno ha mai fatto nulla del genere. Possiamo dire che è stato siglato un accordo tra simili, un progetto di autonomia indipendente… E’ un azzardo ma dobbiamo credere a questo progetto!”.

Che si tratti di un percorso fatto di affinità elettive lo ha ricordato nel chiudere l’incontro Monica Rizzi, segretario organizzativo federale di Grande Nord.

“Tra di noi è nata subito una scintilla, dopo 10 secondi era tutto chiaro. Io sono della Valcamonica, vivo in montagna come voi, e guardo il Trentino come modello, da sempre. Da casa mia prendiamo voi come un esempio, un obiettivo da seguire, raggiungere. Non ci siamo mai dimenticati delle libertà che avete e che a noi vengono negate. Libertà che però oggi sono a rischio. Chiunque tenta di mettere in discussione l’autonomia è da mettere al bando. L’autonomia che ci hanno proposto, lo sapete, è infatti senza risorse. Stando così le cose,  se la possono serenamente tenere, c’è da riderci sopra. Ecco perché a maggior ragione – conclude Rizzi facendo sintesi dell’incontro – l’accordo di oggi col Patt è storico, neppure la Lega ci riuscì… Oggi le condizioni ci sono, con Grande Nord. E’ la strada più naturale dell’evoluzione necessaria ad un territorio come il nostro. Chiunque ha in mano i libri contabili dello Stato li porterebbe in tribunale! Persino i padri costituenti indicavano la strada del regionalismo per tenere insieme il paese. Lo dice la Svizzera qui vicino come funziona. Lo dice l’America, confederazione di stati! E’ fare rete che funziona, in autonomia. Per noi, come per voi, i comuni sono il fulcro essenziale della politica. Dai comuni si parte, ai comuni si arriva”.

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