8 marzo, femminicidio con record al Nord. Ma i ministri della sicurezza sui social stanno zitti

donne2di STEFANIA PIAZZO – A tanti uomini l’8 marzo non piace. Dicono non ce ne sia bisogno. Peccato che il mondo sia pieno di misoginia. Che una tempesta ormonale entri in una sentenza per femminicidio, reato che è cresciuto del 37% solo nel 2018.

Sono 3100 le donne uccise dal 2000 a oggi, più di 3 a settimana. Le zone più a rischio: il Nord e Roma. E’ quanto emergeva nell’autunno scorso dal rapporto Eures. I femminicidi rappresentano il 37,6% del totale degli omicidi commessi nel nostro Paese, erano il 34,8% l’anno prima.

Altri dati: l  79,2% di femminicidi sono familiari (l’80,7% nei primi dieci mesi del 2017) e il 70,2% di femminicidi sono di coppia (il 65,2% nel gennaio-ottobre 2017). Aumenta anche l’età media delle vittime, che raggiunge il suo valore più elevato nel 2018. Ovvero 52,6 anni per il totale delle donne uccise e 54 anni per le vittime di femminicidio familiare.

Il terreno d’azione più frequente dove si consuma l’omicidio è il Nord.

Davanti a leggi sulla legittima difesa, sulla sicurezza per gli sbarchi, non abbiamo ancora sentire vibrare un twitt o una direttina facebook davanti al clamore della morte al femminile. Non fa notizia. Non porta voti. Non porta follower e mi piace.

Il Nord è l’area più a rischio, concentrando la prevalenza degli omicidi con vittime femminili (il 45,4% nel 2017) davanti a sud (36,3%) e centro (18,4%).

Il dato regionale vede in testa la Lombardia, (24 casi nel 2017,  17% del totale, di cui 17 familiari) seguono Lazio (9,2%), Puglia (9,2%), Campania (8,5%), Veneto (8,5%), Emilia Romagna (7,8%), Piemonte (7,1%), Sicilia (7,1%), Toscana (6,4%) e Sardegna (5,7). A livello provinciale, Roma è in testa con 10 donne uccise (pari al 7,1% del totale), a ruota arriva ancora da Milano, con 7 vittime (di cui 6 all’interno del contesto affettivo familiare o di coppia), Bari, Caserta, Como e Catania con 5 vittime e Chieti, Parma, Taranto e Venezia con 4.

Secondo l’Eures, “oltre un terzo delle vittime di femminicidi di coppia ha subito nel passato ripetuti maltrattamenti, rappresentando l’omicidio l’atto estremo di ripetute violenze fisiche e psicologiche: il 34,7% dei casi noti nel 2015, il 36,9% nel 2016 e il 38,9% nel 2017”.

Nella maggioranza dei casi (il 57,1% nel 2017) le violenze erano note a terze persone e nel 42,9% delle occasioni la donna aveva presentato regolare denuncia. Senza  ricevere un’adeguata protezione.

Nel giorno della donna, sembra antico e fuori luogo tornare sulla parità e sulle pari opportunità. Di fatto le disparità di genere sono evidenti. Sulle retribuzioni, sui luoghi di gestione della cosa pubblica, e nei consigli di amministrazione. Ma sembra superfluo parlarne…

“Le donne devono fare qualunque cosa due volte meglio degli uomini per venire giudicate brave la metà. Per fortuna non è difficile”. Charlotte Whitton

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