di SERGIO BIANCHINI – Nel cinquantenario del ‘68 festeggiato nella facoltà di fisica a Milano ci sono state presenze sorprendenti ed assenze altrettanto sorprendenti.
In primo luogo mi ha colpito la vendita di libri di Giovanni Cominelli fatta nel banchetto dell’atrio. Cominelli fu uno dei massimi capi del movimento della statale Festa del Perdono la cui rivalità, furente e perfino violenta, con l’MS di Fisica fu una delle caratteristiche specifiche del ‘68 milanese.
E’ vero che entrambi i movimenti confluirono nel ‘75 in democrazia proletaria ma ormai avevano perduto le caratteristiche iniziali.
Chi le aveva perdute più fortemente forse era proprio la creatura di Fisica che aveva copiato anche il servizio d’ordine della “statale” fondando Avanguardia Operaia. Ma anche il MS della statale dopo la morte di Toscano era in linea di uscita dall’impianto marxista leninista originario assolutamente unico nei movimenti giovanili e studenteschi di altre aree del paese. Milano fu diversa. A Milano per esempio Lotta Continua e potere operaio non ebbero mai vita facile anche se tentarono insistentemente con Pietrostefani Scalzone e Negri di insediarsi.
Un pochino più di successo lo ebbe Lotta Comunista che da Genova riuscì ad insediarsi al politecnico ed alla casa dello studente, sempre nel solco del marxismo leninismo classico seppur antistalinista. Il centro del conflitto tra leninisti e stalinisti proveniva dagli anni 20-30 dell’URSS e riguardava proprio il rapporto tra mondialismo e nazione.
Durante l’assemblea commemorativa si è sentito anche un lunghissimo intervento(il più lungo) che vedeva una continuità tra lo spirito di allora e la passione attuale per gli ultimi (del mondo intero).
Mi è sembrato strano e artificioso. Semmai ai tempi c’era una esaltazione DELLE MASSE contro le elites e in parte dell’azione diretta dal basso, dell’assemblea. Ma non certo degli “ultimi” del mondo intero, che sono il punto di convergenza attuale dell’universalismo cattolico e dell’alta finanza oltre che dei cascami del veterocomunismo.
Anche la natura cattolica del ‘68 milanese sfugge ai più. Nessuno ha ricordato che il primo seminario del comitato di agitazione di fisica si svolse nel convento di padre Tutoldo con cui io solo mi scontrai allora perchè faceva il rivoluzionario a modo suo, un modo per me ipocrita: Rivoluzione si… ma non adesso.
Ma anche Biorcio, Cominelli e Capanna erano cattolici o ex cattolici. Avevano dentro il giustizialismo profetico cattolico senza più i freni della moderazione e del pacifismo infranti sia dalla guerra del vietnam che dalle bombe di stato.
Il tutto si fratturò poi generando da una parte il terrorismo e dall’altra la nuova elite catto-liberal- postcomunista ancora dominante sul piano culturale.
Ma il punto che mi interessa sottolineare di più nello scontro fisica – festa del perdono è quello classico tra troskismo e stalinismo. Ripetuto farsescamente 30 anni dopo la tragedia russa configurava però un tema fondamentale e sempre attuale e cioè lo scontro tra mondialismo e dinamiche dei territori. Scontro che è oggi acutissimo ed ha cancellato la visione tradizionale del destra sinistra.