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22 ottobre 2017-22 ottobre 2018. Referendum autonomia, ZERO soldi. Fanno politica col culo degli altri. Ma vaffa…

referendum2210_01di ROBERTO BERNARDELLI-  La cronaca del Gazzettino parla chiaro. Venerdì sera Luca Zaia è tornato alla castagnata di Gaiarine, tradizionale appuntamento d’autunno dei leghisti trevigiani. La scorsa volta il governatore era qui per incitarli ad andare a votare il 22 ottobre, ma ormai è trascorso un anno da quel referendum e la bozza dell’intesa giace sulla scrivania del premier Giuseppe Conte, bloccata secondo il ministro Erika Stefani dai colleghi pentastellati che «hanno espresso delle perplessità e hanno chiesto degli approfondimenti». E così in attesa di incontrare la titolare degli Affari Regionali a Venezia – si legge sul quotidiano veneto -, primo anniversario della consultazione, il presidente del Veneto è salito sul palco del comizio per caricare le truppe:«Se non ci danno l’autonomia, riempiremo le piazze».

La stasi è evidente, in Lombardia come in Veneto. Che i referenda fossero cartelli elettorali era chiaro, ma la speranza è sempre l’ultima a morire. E’ definitivamente andata in pensione quando Salvini ha spostato l’asse da prima il nord a prima gli italiani. Di difendere l’autonomia richiesta dalla maggioranza dei cittadini non importa, le priorità sono altre. Prima lo spread, prima il declassamento dell’Italia. Prima il loro potere. Col culo degli altri.

 

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