2° Congresso Grande Nord – Bernardelli: La libertà è un sogno, la nostra coerenza per conquistarla

di Stefania Piazzo – “Noi popoli della Padania solennemente proclamiamo…..”. Umberto Bossi e la dichiarazione della Padania repubblica indipendente e sovrana riecheggiano nella sala congressi dello Sheraton a Milano dove si svolge il secondo congresso programmatico di Grande Nord.

“Grande è una grande casa, c’è un dibattito che fa crescere tutti, il movimento deve crescere, non ci sono leader”. Inizia così il proprio intervento l’onorevole Roberto Bernardelli, presidente e fondatore del movimento.  “Tutti sono leader portando avanti le istanze della libertà. Non abbiamo bisogno di partiti che denominano il movimento legandolo alla loro persona. Io seguo Radio Radicale perché fa una rassegna stampa interessante, è importante seguire ciò che avviene sul territorio, per combatter il nemico occorre conoscerlo. In tutti i congressi che ascolto via radio emerge la necessità di essere movimenti di prossimità. Tornare a parlare con la gente. I social aggregano in modo solo superficiale. Occorre invece far trovare momenti di incontro con le nuove generazioni. Là dove c’è un campanile ci deve essere una sede di movimento, come diceva Bossi. Occorre scendere nelle strade, parlare, capire, incontrare la gente e le loro necessità”.

Nella foto Roberto Bernardelli

“I nostri politici invece non sanno nemmeno dove abiti di casa la realtà. E neppure hanno le competenze, con esempi tragici che ricordiamo. Da qui la disaffezione dell’elettorato e c’è un perché. Il popolo, la gente comune, non crede più nei partiti, nella politica. Non c’è più credibilità. Promesse mai mantenute, politici che appaiono e poi spariscono fino alle prossime elezioni. In più ci sono partiti che occupano l’informazione, la lottizzazione dell’informazione è una dittatura. Io ricordo un titolo del Corriere della Sera: Nel 2022 il divario tra Nord e Sud verrà colmato. Sono passati 40 anni e il divario è aumentato”. Ora tutti zitti.

“Bossi – ricorda Bernardelli – sottolineava il saccheggio delle risorse economiche del Nord attraverso la tassazione più alta d’Europa. Saccheggio dei territori compiuto da parte del nostro nemico storico, lo Stato centralista. L’occupazione e il saccheggi sono anche razzismo. E ora vogliono cancellare la legge Severino, in cambio la magistratura ottiene che il giudice che sbaglia non risponde di nulla. Oggi noi facciamo politica con una grande differenza rispetto agli altri. Abbiamo un sogno. Gli altri no. Noi stiamo costruendo con le nostre scuole politiche la nostra classe dirigente. Gli altri no. Il nostro spirito non ce lo toglie nessuno, finché resta anche una sola persona, la fiammella non si spegnerà mai”.

Bernardelli ha poi ricordato i centinaia cambi di casacca in Parlamento. La ricerca dell’ossigeno per le prossime legislature fa vedere capriole incredibili, ha commentato. Nel panorama politico il leader più coerente è Giorgia Meloni, il nostro esatto opposto. Ma anche a noi la coerenza non manca. L’obiettivo è e resta la libertà della Padania”, ha chiuso Bernardelli.

 

Sono intervenuti poi i responsabili territoriali. Davide Zenati, segretario e fondatore di Forza Centro ha ricordato i due pilastri del programma: autonomia e federalismo regionale nelle regioni  del centro. “Ricostruire il sogno lasciato in eredità da Bossi, portare quella identità di ogni cultura regionale che viene osteggiata dall’andazzo centralista è un lavoro immane. ma indispensabile per costruire il futuro, dopo che i partiti nazionalisti hanno occupato il presente”.

Nella foto Davide Zenati

“Europa dei popoli e delle Comunità. Questo dovrebbe essere il titolo da leggere un giorno sì e l’altro pure sui giornali, antidoto alle crisi nazionaliste che infiammano l’Europa, fino alla guerra. I conflitti fratricidi a cui stiamo assistendo hanno come germe la mancata applicazione del diritto all’autodeterminazione”, ha detto nel proprio intervento l’ospite Marco Gheller, presidente della Fondation Emile Chanoux, assessore alla cultura del Comune di Saint-Christophe, nell’esecutivo politico di Alliance Valdotaine.

Monica Rizzi, responsabile organizzativo federale Grande Nord ha portato i saluti del parlamentare catalano Joan Canadell: “Buon lavoro verso l’autonomia, cammino lungo e fatico è senza dubbio l’unico possibile verso l’Europa dei popoli sovrani”.

Nella foto Monica Rizzi

 

“Al governo abbiamo i peggiori. Sul territorio c’è il disastro – ha ricordato Roberto De Magistris, responsabile Grande Nord Piemonte -. Per fortuna Roberto Bernardelli ci ha dato una nuova casa, e per fortuna con Monica Rizzi macchina da guerra del movimento, hanno costruito l’alternativa per uscire dal centralismo dei partiti di Roma che governano a casa nostra”.

 

Nella foto Roberto De Magistris

 

Pier Rio, responsabile nazionale Trentino ha ricordato che tutto ruota attorno all’identità, “la madre di tutte le battaglie”. In Trentino nonostante lo statuto d’Autonomia, i partiti lavorano per altro. L’autonomia è ancora l’obiettivo. Ci ritroviamo a distanza di due anni ad essere anonimi per colpa del virus che non ci hanno permesso di girare i nostri territori…ovviamente non siamo rimasti con le mani in mano e i risultati cominciano ad essere confortanti.. In Grande Nord abbiamo a cuore la libertà del Nord in tutte le sue forme. Il Trentino in teoria dovrebbe godere della tanto agognata autonomia che cercano altre regioni del nord…ma è un autonomia farlocca che ti impone o ti suggerisce per evitare scontri e diffide di passare comunque da Roma. L’autonomia è superata tanto più se i difensori del pensiero autonomista oggi si sono venduti al potere romano. Il nostro pensiero gli insegnamenti di miglio e il lavoro degli ultimi tempi ci hanno portato a insistere su un futuro come macroregione indipendente…a tal proposito animati da una profonda e rinnovata voglia di libertà in trentino stiamo lavorando ad un progetto di costituente del Nord e devo dire che vi è molto interesse”.

Nella foto Pier Rio

 

Luigi Basso responsabile Grande Nord Liguria ha ricordato l’avventura di arrivare a Milano dalla sua regione. “Il congresso di un movimento non è solo ritrovarsi ma è dire Noi ci siamo – ha subito precisato – E’ dare la linea, dire dove si vuole andare. Chi siamo? Dobbiamo capire bene cosa sia l’autonomia. Non è avere una patria più piccola. E la libertà non è solo dei territori, è la libertà delle persone. La libertà viene prima anche della giustizia. La libertà è il nostro faro. Perché l’idea di libertà ha avuto un picco e poi è scesa nei consensi? L’idea di autonomia e libertà era declinata in modo più comprensibile alla gente: lotta alla corruzione, lotta alle oligarchie d’Europa…, difesa delll’urbanistica…

Nella foto Luigi Basso

L’idea oggi più comunicabile è il concetto di libertà personale, oggi demolita, compressa, distrutta. E’ arrivato all’orizzonte il sistema della pagella sociale, sistema di coercizione per indirizzare i comportamenti dove si vuole. Lo stesso vale per i metadati, che mandano al quel paese i dati personali. Oggi in Svezia non c’è più il contante, altro esempio terrificante. Noi vogliamo l’autonomia e la libertà insieme? Come si può in questo sistema? E che dire della proposta di legge di aborto postnatale, ovvero dopo 28 giorni in discussione negli Usa. Oggi dobbiamo tutelare la libertà degli individui e delle persone. Questa è la linea di confine”.

 

Massimiliano Malaspina, responsabile Grande Nord per il Veneto ha sottolineato come l’era Covid abbia reso tutto più fluido, in cui tutto e il contrario di tutto toglie punti di riferimento. “Al punto che – spiega Malaspina – anche farsi togliere la libertà, le libertà, diventa normale, in una assuefazione comoda per chi governa”. Grande Nord ha il compito di “risvegliare il territorio, di tornare a mettere la scuola al centro della cultura, della difesa delle identità”.

Nella foto Massimiliano Malaspina

 

Fabio Pizzul, capogruppo Pd in Regione Lombardia, ospite al congresso, ha sottolineato l’importanza di “tenere alta la tensione dei territori, di difendere come necessaria l’attenzione sull’autonomia che parte dalle esigenze di chi vive il territorio, lo difende, lo pratica. Difendere il territorio vuol dire partire da una identità radicata in una storia, difendere elementi geografici che rischiamo di dimenticare e che consentono di recuperare tante ricchezze che compongono il Paese. L’identità non va solo difesa, rivendicata ma diventa occasione di dialogo di un futuro senza rendere tutti uguali, omogenei. E’ fondamentale riconoscere le diverse tradizioni e territori e ripartire da qui perché Italia ed Europa riconoscano le diverse peculiarità, per farne un bene comune. E’ un compito e un auspicio”.

 

Nella foto Fabio Pizzul

 

“Siamo all’anno trenta, non all’anno zero – afferma Angelo Alessandri, responsabile Emilia Romagna Grande Nord -. Roma non regala nulla. Non basta andare sui social a fare i buffoni. Partiamo da tre C. Coraggio, far uscire gli zombie dalle caverne, dopo due anni di lockdown e tutti chiusi nelle regole. Coerenza è la seconda C. Dobbiamo andare avanti senza commettere gli errori della Lega Nord. Il tema di un Nord debole è più forte oggi di 15 anni fa. Roma resta il nemico. Ecco perché la terza C è la coscienza, è creare una identità, è la cultura politica. Abbiamo perso la cultura dello stare insieme, la coscienza di stare insieme. E’ una battaglia iniziata ma ci vogliono anche i secoli come insegnano gli amici indipendentisti in Europa. Anche per questo vanno riannodate le alleanze con chi si batte per la conquista dell’autodeterminazione in Europa. Manteniamo le radici e teniamo i piedi ben piantati in terra”.

 

Nella foto Angelo Alessandri

 

Davide Boni, responsabile Gn per la Lombardia, ha ricordato che “per quanto si abbia una storia alle spalle, non si può fare la politica da reduce. Io non sono quello che pensa che ieri si stava bene e oggi no – afferma Boni -. Invece non è così. Sono partite che non ci riguardano. Dobbiamo pensare come vogliamo la Lombardia. Partiamo dal basso, essere movimento politico è pensare al futuro, è essere contro lo standard che ci vogliono imporre. E’ mancata la politica, in una crisi trasversale che ha attraversato tutti. Abbiamo veneti e lombardi che da 1600 giorni aspettano l’autonomia del referendum. Abbiamo in Lombardia 56 miliardi di residuo fiscale. Questa è la voce che deve avere Grande Nord. L’ideale è partire dai nostri fondamentali. Il resto sono falsità. Occorre vedere la bandiera nelle persone che fanno la guerra a tutti gli altri. Occorre ricordare che abbiamo la cultura del lavoro, noi lombardi, noi del Nord. Questo Stato centralista ci viene a vendere che 20 centesimi in meno nella benzina vanno bene e a noi va bene così?! Siamo noi i costruttori del nostro destino, avanti!”.

Nella foto Davide Boni

 

Alberto Mariani, consigliere comunale uscente a Monza e candidato sindaco per Grande Nord ha portato il suo saluto ribadendo che si batterà “contro i partiti esattori di Roma. Il benessere, la qualità della vita dei cittadini monzesi stanno venendo meno. La realtà è che le tasse non restano a casa nostra e che nessuno ha più il coraggio di difendere le nostre ragioni”.

Nella foto Alberto Mariani

 

 

Sono intervenuti tra gli ospiti anche Marco Tizzoni, fondatore liste civiche Gente di Rho, Matteo Forte consigliere comunale di Milano di Noi con l’Italia, Gianni Rubagotti per l’Associazione per l’iniziativa radicale Cazzavillan annunciando l’imminente nascita dell’Associazione Amici di Marco Pannella, Gianluca Colonati presidente nazionale Unav, avvocato Vittorio Lombardi segretario Grande Sud.

 

L’onorevole Gianfranco Rotondi ha inviato i seguenti saluti in videomessaggio qui nel link de la nuova padania: https://www.lanuovapadania.it/politica/video-il-messaggio-di-rotondi-al-congresso-grande-nord-cattolici-e-autonomisti-possono-marciare-insieme-e-intentarsi-il-cambiamento-del-paese/

 

 

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