di ROBERTO BERNARDELLI – A periodi alterni si riscopre il Nord. Nord senza autonomia, Nord che produce, emergenza lavoro prioritaria sulla sicurezza… e via discorrendo. Repubblica in tempi non sospetti pubblicava il report “In tre regioni il 40% del Pil italiano. Quanto vale l’autonomia dei ricchi”. Visto che anche a fasi alterne qualche governatore afferma che lotterà per l’autonomia (e si vede come, ndr) andiamo a ripassare questo servizio di Repubblica.
Ricchi? Magari. La povertà abita anche al Nord. Anche se come conferma un dossier dell’Osservatorio della Cna, Lombardia, Veneto ed Emilia “rappresentano il motore produttivo dell’intero paese”. E Repubblica, scopre anche il residuo fiscale, dopo che è stato sepolto dal nuovo corso leghista. “Da uno studio dell Cgia di Mestre emerge che la prima regione per entrate tributarie pro capite è proprio la Lombardia (11.898 euro), l’Emilia Romagna è al terzo posto e poco dopo arriva il Veneto. Soprattutto, però, queste tre regioni sono prime in graduatoria per residuo fiscale, cioè per la differenza tra quanto un cittadino versa allo stato in termini di tributi e quanto ottiene in termini di servizi”. Ppi sono sciorinati i numeri sul residuo: 54 miliardi la Lombardia, 18 l’Emilia e 15 il Veneto. E la crisi? Pare che il Nord abbia recuperato. Nel 2009 l’export era il 54,2% sul totale nazionale, ora è al 54,3%. Nonostante il valore delle merci sia cresciuto del 43%. La Lombardia si prende il 26,8% di export, il Veneto il 14 e l’Emilia il 13,5. Benessere che si riflette sul pil pro capite: 38.200 in Lombardia, 35.300 in Emilia Romagna e 33.100 in Veneto. Certo, sono calcoli che sono la media del totale. Alzi la mano chi al Nord tra i nostri lettori ha un reddito di 38.200 euro. Alcuni sì, la maggioranza no. Ma resta il fatto che il Nord lavora, tra ben pagati e sottopagati e produce senza ricevere il dovuto.