Data l’attualità del dibattito sul tema dell’autonomia e l’imminente uscita del libro di Luca Polo, Independentista, di cui il nostro direttore Stefania Piazzo ha curato la prefazione, riproponiamo uno scritto di Luca quando si era del dopo referendum e ci si interrogava sul futuro. Molti sui passaggi sono profetici. E scritti come si stesse leggendo un’analisi politica del presente!
Dai Social – di LUCA POLO – Presidente catalano Puigdemunt: “Se la corte costituzionale mi inabilita per il referendum sull’indipendenza non accetterò la decisione”.
Presidente Veneto Zaia: “La corte costituzionale ha detto che non possiamo fare il referendum sul l’indipendenza ma solo quello sull’autonomia”
La differenza non è che uno ha le palle e l’altro no.
La differenza sta nel fatto che il primo ritiene che la sovranità appartenga al popolo, il secondo al soggetto “divino” stato.
Il primo ritiene che lo stato sia al servizio dei cittadini e modificabile per e sulle esigenze contingenti della gente, il secondo si piega al concetto opposto, ovvero che il soggetto stato esista per essere servito dai cittadini e sia immutabile per volontà divina o per la volontà di uomini morti e sepolti che scrissero una costituzione in un mondo tanto diverso dal nostro da non assomigliargli nemmeno. Quanto nacque lo stato italiano senza un sevizio postale di stato non potevo mandare una lettera nelle Fiandre, oggi mando una mail attraverso un provider privato americano che ha i server in India ed usando una connessione realizzata e gestita da una compagnia privata multinazionale. Dello stato me ne fotto.
La Catalogna ha oggi una maggioranza democraticamente eletta con il dichiarato intento di esercitare unilateralmente l’autodeterminazione senza il permesso della Spagna, il Veneto ha una maggioranza democraticamente eletta per “chiedere” allo stato italiano maggiore autonomia ed ha addirittura assessori unionisti che non nascondono un certo nostalgico trasporto emotivo verso il fascismo.
Chi crede che con queste premesse politiche il Veneto possa davvero autodeterminarsi è un folle scollegato dalla realtà.
Quello che serve al Veneto per avere qualche speranza è una maggioranza fatta da una coalizione di forze che si presentino nel 2020 con il chiaro e dichiarato programma di esercitare l’autodeterminazione in forma unilaterale come previsto dal diritto internazionale.(…)
Se non avviene questo salto culturale all’interno della Liga Veneta, quello di capire che la sovranità appartiene al popolo e non al divino stato, se la Liga Veneta non deciderà di tornare ad essere un partito Veneto e a tagliare i fili con cui viene gestito a mo’ di marionetta da Milano, se la Liga Veneta non deciderà da qui al 2020 di presentarsi in coalizione con Siamo Veneto ed ogni altra forza politica pronta a sottoscrivere un programma di esercizio unilaterale del diritto universale di autodeterminazione, se anche dopo la dimostrazione della Catalogna di come si esercita la sovranità popolare non faranno questo salto prendendo le distanze da ambigui unionisti filo fascisti, saranno spazzati via dalla storia. (…) Così la strada per la costruzione di una maggioranza per l’autodeterminazione sarà molto più lunga, ma inesorabile ed inevitabile perché la storia ci insegna che quando la libertà mette radici cresce in fretta, come disse George Washington.
Luca Polo, responsabile Icec Veneto