Tra una settimana si riapre la stagione delle aste del Tesoro in un 2013 che si profila, teoria, piu’ leggero non solo in termini di fabbisogno ed emissioni, ma anche – sperano dal governo – del carico di spesa per interessi se si continuera’ ad assistere all’allentamento della pressione su tassi e spread. Il differenziale tra Btp e Bund a 10 anni oggi ha sfondato anche la soglia dei 280 punti base scivolando fino a quota 274, un livello che non si vedeva da meta’ agosto del 2011. Il rendimento del Btp decennale e’ piombato al 4,22%, ai minimi da novembre 2010. In picchiata anche il rendimento dei titoli biennali sceso all’1,66%, minimo da ottobre 2010.
Quanto al fabbisogno di cassa, quest’anno sara’ di circa 20 miliardi inferiore a quello del 2012, peraltro gia’ calato di 15 miliardi rispetto al 2011 a 48,5 miliardi, mentre le emissioni lorde totali saranno piu’ basse di circa 60 miliardi: il target 2013 si aggira sui 410 miliardi di euro contro i 470 del 2012. Il prossimo 10 gennaio ripartiranno le aste del Tesoro con la prima emissione di Bot a 12 mesi del nuovo anno (l’ammontare verra’ comunicato il 7 gennaio) cui seguira’ l’11 gennaio l’asta a medio-lungo. E per il primo trimestre il ministero dell’Economia ha gia’ in programma – accanto a una serie di riaperture – collocamenti di nuovi titoli con il Btp decennale per un ammontare minimo di 12 miliardi di euro e Ctz con scadenza dicembre 2014 per un importo minimo di 9 miliardi.
Ma non e’ da escludere che il Tesoro punti a rafforzare l’offerta in questo primo scorcio dell’anno e a fare cassa approfittando della marcata discesa dei tassi prima del test elettorale che potrebbe riaccendere tensioni sul debito italiano. Per ora, il mercato e’ impegnato a riposizionare il portafoglio puntando sui piu’ redditizi titoli periferici, mentre le banche italiane – dicono i dati della Bce – nel mese di novembre hanno investito 2,1 miliardi di euro netti in titoli di Stato, portando il valore totale al livello record di 370,1 miliardi.
I cittadini hanno un’occasione perfetta per non rinnovare i titoli pubblici.