di ROBERTO BERNARDELLI – Le pagine di cronaca di quotidiani e giornali on-line di questi giorni abbondano di articoli riguardanti il suicidio di una ragazza a seguito della diffusione di suoi filmati intimi compromettenti.
Non voglio in questa sede difendere o condannare la scelta della giovane di accettare di farsi riprendere in situazioni simili.
Vorrei invece concentrare l’attenzione sulla conoscenza, troppo spesso minima, che tutti noi abbiamo del nostro telefono.
Ormai è riduttivo chiamarlo così: in realtà lo usiamo sempre meno per chiamare e sempre di più per condividere, informarci, archiviare e molto altro.
Ma tutti noi dobbiamo capire, e soprattutto dobbiamo farlo capire ai nostri figli, che questo strumento può diventare un’arma potentissima. In grado di uccidere.
Certamente è anche la causa di tante morti per tumore fra i giovani.