di ROBERTO BERNARDELLI – L’Inps di recente ha diffuso i dati sul reddito di inclusione. E’ subito emerso che nei primi 3 mesi del 2018 ha raggiunto 317mila persone, per oltre il 70% famiglie meridionali, come riporta anche il dossier di Openpolis. Questo dato ha riportato l’attenzione, oltre che sulla proposta dei 5S sul reddito di cittadinanza, sulla già presente misura nazionale anti-povertà dei governi Renzi e Gentiloni. “Si tratta di un assegno mensile che varia in base a quanto è numerosa la famiglia: si va dai 187,50 euro al mese per un solo componente ai circa 540 euro per le famiglie con almeno 5 membri. Viene erogato attraverso una carta prepagata, e possono riceverlo i nuclei familiari in gravi condizioni economiche (sotto i 6.000 euro di isee e altri limiti patrimoniali)”, recita Openpolis. Ma attenti bene, l’assegno “è condizionato all’adesione ad un progetto personalizzato di uscita dalla povertà predisposto con i servizi sociali, che dovrebbe aiutare nella ricerca di un lavoro e nella formazione. Può essere erogato per un anno e mezzo e, trascorsi 6 mesi, si può chiedere il rinnovo per un altro anno. Ad oggi è subordinato anche ad altri requisiti (la presenza di almeno un minore nella famiglia, oppure di un disabile, una donna incinta o una persona disoccupata con più di 55 anni), ma da luglio 2018 (grazie alle risorse aggiunte con l’ultima legge di bilancio) resteranno solo i requisiti economici, rendendolo una misura universale”. A prescindere.
I dati dicono che è previsto uno stanziamento pari a circa 2 miliardi di euro annui, per 2,5 milioni di persone. Ma i poveri sono di più. Almeno secondo l’Istat, 4,7 milioni. E come sono ripartiti? 1.832.000 al Nord, 871mila al Sud, 2.038.000 al Sud. Stupiti del Nord povero? Precisa il dossier che “data la minore popolosità, al sud la povertà assoluta incide maggiormente (9,8%). Significa che quasi un abitante su 10 non può permettersi l’insieme dei beni e servizi che sono considerati essenziali per mantenere uno standard di vita minimamente accettabile”. Ma i poveri al Nord esistono comunque. E nessuno li considera perché “incidono” statisticamente men0. Morale?
Il cortocircuito politico attuale sta formando la tempesta perfetta: nuova assistenza nelle regioni
che hanno premiato 5S e alleanza col PD, il partito delle ZTL e dell’irpef, nel senso che abitano in centro e
sanno solo alzare le tasse.
Reddito di cittadinanza finanziato con nuove tasse.
Forse è questo che intendeva Salvini parlando di superamento della fase nordista del movimento…
Anche per questo vorrei non uno ma mille Riccardo Pozzi!